Udine (UD), 27 Ottobre 2019
Cappella della "Fraternità Sacerdotale"

I nostri precedenti servizi effettuati nell'Istituto udinese di Via Ellero in Udine nelle date del:
10 Gennaio 2010 - 6 Gennaio 2013 - 9 Marzo 2014 - 16 Aprile 2017

Santa Messa nella Capella dell'Istituto "Fraternità Sacerdotale"
accompagnata dai canti della Colale "La Gioconda"


         
CANTO E PREGHIERE DI APERTURA


...immagini alle letture e alle preghiere...


...e all'omelia di Mons.
Saverio Mauro...


...alla liturgia eucaristica...

...immagine allargata alla recita del Padre Nostro...


CJANT DI COMUNION


Ti laudin, o Trinitât, nestri Diu, nestri Pari;
dut il mont tu âs creât, cu la fuarce de tô glorie.
Tu te sês nassût e muart par sfrancjanus di ogni pecje,
Christ Signôr, tu dâs confuârt a l’umanitât che spere.
Spirit di Diu, grant amôr, la tô flame i curs ’e scjalde:
tû tu vincis il dolôr cui regai che tu nus fâsis.
Ti laudin, o Trinitât, Pari e Fi cul Spirtu Sant,
mostre a nô la tô bontât che si pant a ducj i popui:
o Trinitât.


...prima del canto di chiusura, Mons. Saverio Mauro
ha consegnato un omaggio alla direttrice della corale Dott.ssa
Monica Cavazzon...



CANTO DI CHIUSURA


Liturgia accompagnata dalla Corale "La Gioconda"
(Associazione Malati di Parkinson)

FRATERNITAS. 316 i preti anziani accolti dal 1981.
L’appello di don Mauro: venite a visitare i vostri ex parroci, per loro è il grazie più grande

(Valentina Zanella – La Vita Cattolica) 

          «Basta osservare lo sguardo di chi ha ricevuto una visita, gli occhi che si illuminano. Quando lo incontri è la prima cosa che ti dice: “Lo sai chi mi è venuto a trovare oggi?”». Parlando dei confratelli anziani e malati accolti alla Fraternità sacerdotale di Udine, don Saverio Mauro ripete l’appello più volte, assicurandosi che il messaggio non venga trascurato: «Venite a trovare i vostri ex parroci! Per chi ha dedicato una vita agli altri e alla Chiesa è questo il dono più grande: un saluto, un cenno di riconoscenza nel momento in cui le difficoltà fisiche impediscono di continuare ad essere parte attiva nelle comunità per le quali si sono spesi senza risparmio. Anche dopo tantotempo, venite!». A chi per anni è stato maestro, consigliere, avvocato, predicatore, curatore di coscienze, a chi ha sempre tenuto la porta aperta... Oggi un semplice «grazie» è capace di riempire il cuore.

          Don Saverio è direttore della struttura di via Ellero da ormai 18 anni. Si accosta a tutti i sacerdoti anziani e malati con affettuose premure e di ciascuno descrive temperamento e indole con dolcezza. C’è chi racconta sempre della tal comunità che ha servito per una vita; chi è ormai ospite alla Fraternità da lungo tempo, ed è questa ora la sua famiglia, ma non dimentica mai una preghiera per gli ex parrocchiani; chi si è ben ambientato e chi fatica un po’ di più ad accettare di aver dovuto  lasciare il ministero attivo. Per ciascuno il direttore ha una parola di conforto e incoraggiamento. E lo stesso fanno le suore Ancelle della Carità e gli altri operatori. «Qui si vive un nuovo inizio – spiega don Saverio –. Quando si esaurisce il tempo della pastoralità, è il momento di concentrarsi sull’apostolato della preghiera». Un passaggio non sempre semplice da accettare. «Al e finît dut» («È tutto finito») è talvolta il primo pensiero. Don Saverio accompagna in questi casi i confratelli a ricordare che in quel momento per loro si apre un nuovo tempo: «È l’occasione per darci quello spazio che spesso – per i tanti impegni – non ci si poteva concedere in parrocchia».

          La Fraternità è nata nel 1981, “dai sacerdoti, per i sacerdoti”, spiega il direttore amministrativo, Luigi Loppi. Fu proprio un gruppo di preti, infatti, 38 anni fa, a riunirsi e a costituire la cooperativa sociale che gestisce ancora oggi la casa del clero anziano della Chiesa udinese, avviando la  strutturazione dell’ala cosiddetta “dei professori” del Seminario arcivescovile.Non c’erano esperienze precedenti di questo tipo e all’inizio non fu semplice. Oggi invece la Fraternitas è una realtà conosciuta. Una struttura che riserva ai sacerdoti anziani e in situazioni di fragilità la massima attenzione e assistenza, ma che è anche luogo dove ritrovare un clima di comunità. Fraternità, appunto. 25, attualmente, gli ospiti, 5 dei quali autosufficienti, gli altri nella maggioranza dei casi allettati. Il “decano” è don Giovanni Deganis, parroco emerito di Colloredo di Prato, che ha già festeggiato 97 anni e 71 di sacerdozio. «Per i compleanni ci si riunisce sempre tutti insieme attorno ad una torta, come per gli anniversari. Le piccole occasioni per fare vita comunitaria non mancano, nel rispetto della libertà di ciascuno, senza forzature – precisa don Saverio –. Spesso i sacerdoti arrivano qui dopo tanti anni di vita da soli». A cadenzare le giornate sono le concelebrazioni: ogni mattino alle 8 e il pomeriggio alle 16, poi i vespri e il rosario alle 19.

         In 38 anni ben 316 sacerdoti sono stati ospiti della Fraternità nel momento della necessità, chi per un tempo di convalescenza dopo una degenza ospedaliera, chi come ultima casa terrena. A nessuno è mai stata rifiutata l’accoglienza. Ad assistere e accompagnare i  acerdoti, oltre a don Saverio, 14 persone: due infermieri professionali, 6 operatori socio sanitari, gli operatori generici di assistenza e tre cuochi, oltre alle suore, che da sempre hanno prestato servizio qui assistendo nell’ambito infermieristico. Lo scorso settembre è mancata la caposala, suor Pierina, ricorda il direttore. «Negli ultimi 10 anni era stata un vero e proprio punto di riferimento, amata da tutti. Attenta, scrupolosa, attiva nell’aiuto concreto e discreta quando necessario. La sua mancanza si fa sentire», ricorda don Saverio. Dalla casa madre delle Ancelle della Carità, però, hanno fatto sapere che non mancheranno di inviare presto una sostituta, da affiancare a suor Ester e suor Antonietta.

          Giovedì 9 maggio alla Fraternità si è svolta l’assemblea annuale della cooperativa, che conta ben 146 soci. Sono stati ascoltati gli interventi del presidente, mons. Igino Schiff, e del direttore, don Mauro, in riferimento all’andamento dell’anno, ed è stato approvato il bilancio che anche per il 2018 si è chiuso con un leggero attivo. «Merito delle quote sostenute dai sacerdoti, certo, ma anche di alcune offerte libere che ci consentono di tenere basse le rette – spiega Lotti –, oltre ai lasciti di confratelli che sono stati assistiti qui e in tal modo esprimono la loro riconoscenza alla Fraternitas». Risultati, questi, che confermano l’importanza e l’opportunità di questa realtà nella diocesi friulana.

         Ultimamente si è irrobustito anche il numero di gruppi corali che si impegnano a solennizzare le messe domenicali – aggiunge don Saverio –. Alcuni hanno già fissato delle date per tutto l’anno (come il Grop corâl Gjviano, l’Aquileiensis chorus di Udine, il Coro di Adorgnano, gli Juvenes Cantores di Fagagna), altri animano la messa più saltuariamente. Anche la loro è una presenza molto apprezzata e un riconoscimento importante per i preti che pur in situazione di fragilità continuano ad offrire un prezioso servizio alla Chiesa. «Ricordiamoci – conclude il direttore della Fraternità – che un sacerdote non va mai in pensione».

 

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