Nimis (UD), 25 Agosto 2020
Duomo
Santo Stefano Protomartire.


...alcune inquadrature del Duomo che purtroppo presenta notevoli difficoltà di accesso per le persone disabili...


...l'interno del Duomo...

...in attesa del feretro e dell'Arcivescovo...

Santa Messa di suffragio per Don Gianni Arduini
presieduta da S.E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato
...accompagnata dal Gruppo (amico di Don Gianni) Vocale e Strumentale di San Giovanni al Natisone...



Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino è quello che Dio vuole da te.
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui, correre con i fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.
Vivere la vita è l'avventura più stupenda dell'amore, è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e generare ogni momento il paradiso è quello che Dio vuole da te.
Vivere perchè ritorni al mondo l'unità, perchè Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai.



PREGHIERE DI APERTURA


...immagini alle letture e canto dei salmi...


...all'omelia dell'Arcivescovo...

...ripreso anche con una panoramica dal fondo...



PREJERIS DAI FEDEÎ



CANTO


...dalla liturgia eucaristica al Padre Nostro...



CANTO


...interventi di numerosi amici ed estimatori di Don Gianni...

...e dopo l'omaggio cristiano al feretro e la benedizione...


CJANT DI CUMIÂT

...vi segnaliamo alcune pagine che in qualche modo riguardano don Gianni Arduini,
create nel corso del ventennio di vita del nostro "natisone.it" e ricavate da una veloce ricerca su Google...
8 Dicembre 2007     3 Luglio 2016     15 Gennaio 2017

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A Nimis l’addio affettuoso e riconoscente a don Gianni Arduini
(di Giuseppe Longo)

          NIMIS – Ora il suo corpo è tornato nel paese di origine, ma il suo cuore è rimasto soprattutto nel “triangolo della sedia”, tra Manzano e San Giovanni al Natisone, e alla Casa dell’Immacolata a Udine. Nimis ha accolto ieri pomeriggio don Gianni Arduini, che avrebbe compiuto 78 anni esattamente fra un mese, con un’affettuosa cerimonia di commiato celebrata nel Duomo di Santo Stefano. Più che un funerale, una festa ritmata dai canti gioiosi del coro di San Giovanni: “Nonostante siano passati tanti anni, ricordiamo ancora don Gianni come un padre”, mi ha detto commossa la sua direttrice.
          Essendo nato nella borgata di San Gervasio, anche l’addio al sacerdote sarebbe dovuto avvenire, come è tradizione, nell’antica Pieve, ma è stata scelta la più ampia comparrocchiale per gli ovvii motivi di sicurezza richiesti dall’emergenza sanitaria. Però il suo feretro, proveniente dal nosocomio di Cividale, è passato davanti a quella Chiesa che l’ha visto battezzare e crescere nella fede fino a diventare prete, e quindi davanti alla sua casa, che sorge proprio sotto il campanile, nella quale è vissuto fino a quando ha detto la prima Messa incamminandosi poi lungo le impegnative e faticose strade della sua missione, che ha privilegiato, ovunque dove è passato, i giovani, i lavoratori, gli emarginati, i poveri, del Friuli o arrivati da ogni parte del mondo, lasciando ovunque un indelebile ricordo.
          Un concetto rimarcato durante la sua riconoscente omelia anche dall’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, che aveva accanto il già nunzio apostolico Diego Causero e il vicario generale Guido Genero, don Rizieri De Tina, oggi responsabile della pastorale nelle parrocchie di Nimis e Torlano, e una cinquantina tra sacerdoti e diaconi, fra i quali l’arciprete della Cattedrale di Udine, Luciano Nobile, il direttore della Caritas diocesana don Luigi Gloazzo, don Davide Larice e don Pierluigi Di Piazza, presidente del Centro Ernesto Balducci. Proprio quest’ultimo, accentuando le parole del presule, ha offerto un “ritratto” autentico di don Gianni, il prete degli “ultimi”, per dirla con David Maria Turoldo, fedele ai principi di don Lorenzo Milani che voleva una “Chiesa povera fra i poveri”, alimentato dallo spirito della Comunità di Taizè.
          Tratti che ne hanno sempre caratterizzato la vita, anche scomoda e controcorrente, fra la sua gente, fossero i giovani di Carlino, Manzano e San Giovanni al Natisone, gli operai con i quali lavorava fianco a fianco tra le sedie divenendone anche sindacalista, o le persone di ogni età bisognose di aiuto in quella Casa fondata da don Emilio De Roja, del quale è stato un “perfetto continuatore”. Proprio dagli amici del grande sacerdote di Buja, è venuta una toccante testimonianza di affetto e di riconoscenza, accomunando anche il grazie dei Partigiani Osoppo, rappresentati dal leader provinciale Roberto Volpetti, dei quali don Gianni fu padre spirituale. Ma anche tanti altri ricordi, affettuosi e grati, sono affiorati dalle parole di tutti coloro che si sono avvicendati all’ambone. Infine, la salma è stata accompagnata in cimitero dove il sacerdote ha ricevuto l’ultimo saluto da monsignor De Tina, tra altri canti degli amici di San Giovanni – che in Duomo erano stati affiancati anche da alcuni strumentisti e all’organo dal giovane Alberto Nocera -, e dalle numerose persone che si sono unite alla sorella Ada e alla sua famiglia, prima di essere deposto accanto agli amati genitori.

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Il Duomo di Nimis


          Il Duomo di Nimis si trova nel centro del capoluogo del comune in provincia di Udine ed è intitolato a Santo Stefano Protomartire.

          Nimis è una delle pievi più antiche del Friuli, come riporta Paolo Diacono. Però viene citata per la prima volta solo nell'elenco della tassazione del Patriarca Bertoldo di Merania, datato 1247. La sua giurisdizione era fra le più ampie. Per molti secoli Nimis svolse il ruolo di centro missionario per le genti di lingua friulana e per quelle di lingua slava.
          Fino al 1500 la cura delle anime veniva affidata a due vicari "uno schiavo a S. Gervasio e l'altro italiano in S. Stefano". Sembra infatti che il titolo primitivo della pieve sia stato proprio S. Stefano. Il Pievano "pro-tempore" di Nimis gode del titolo e dei privilegi dei Prelati d'Onore del Papa, come da "Breve Apostolico di Papa Pio IX in data 25-3-1877".
          Il Duomo attuale fu edificato nel 1943 su progetto di Leone Morandini e venne consacrato nel 1959. Conserva un altare marmoreo proveniente dalla chiesa di S. Stefano in Centa, che era splendidamente affrescata da Titta Gori e venne purtroppo demolita in seguito al terremoto del 1976.
          L’altare era stato acquistato a Venezia nel 1839 dalla Chiesa di San Silvestro con il pregevole gruppo della Pietà e le statue dei Ss. Pietro e Paolo, della Carità e della Fede, che lo adornano. È opera di Heinrich Meyring.
          Nel Duomo di Nimis si possono ammirare anche, montati su un pannello, gli affreschi del 1534 strappati dalla Chiesa della Madonna delle Pianelle, di Gian Paolo Thanner, raffiguranti Scene del Nuovo Testamento. Nella sacrestia “Episodi Evangelici” del paesano Titta Gori (sec. XX).
          Tratto da: Viaggio in Friuli Venezia Giulia

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