Gorizia (GO), 17 Aprile 2022
 
 Parrocchia dei Santi Vito e Modesto



CAMPANE

Santa Messa nella Pasqua di Resurrezione
accompagnata da Coro Parrocchiale


...l'interno della graziosa Chiesa dei Santi Vito e Modesto prima della celebrazione...



CANTO DI APERTURA



...anche se la comprensibilità non è perfetta a causa dell'intervento non microfonato,
presentiamo il saluto di don Agostino, confratello del celebrante don Carlo...


         
KYRIE - GLORIA


...immagini alle letture... e alle preghiere dei fedeli...


...con il canto del
"Victimae pascáli láudes", che merita presentato in versione integrale...


Victimae pascáli láudes
ímmolent Christiáni.
 
Agnus redémit óves:
Crístus ínnocens Pátri
reconciliávit peccatóres.

Mors et víta duéllo
conflixére mirándo:
dux vítae mórtuus, régnat vívus.

Dic nóbis María,
quid vidísti in vía?
Sepúlcrum Chísti vivéntis,
et glóriam vídi resurgéntis:
angélicos téstes,
sudárium et véstes.

Surréxit Chrístus spes méa:
pracédet súos in Galilaéam.

Scímus Chrístum surrexísse
a mórtuis vere:
tu nóbis, víctor Rex, miserére.

Amen. Alleluia.


immagini all'omelia di Don Carlo, con riprese dal fondo e dall'alto del soppalco del coro...



CANTO ALL'OFFERTORIO
...del Coro Parrocchiale... purtroppo fuori portata dei nostri obbiettivi...


...in preparazione alla liturgia eucaristica...


...fino alle recita del Padre Nostro e alla Comunione......

 

CANTO


         
BENEDIZIONE E CANTO DI CHIUSURA

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...le foto-ricordo...

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Gorizia - Parrocchia dei Santi Vito e Modesto
Comunità Pastorale Salesiana Don Bosco
www.salesianigorizia.it

          IL BORGO - La chiesa dei SS. Vito e Modesto, con la suggestiva piazzetta «la Piazzutta» (oggi piazza Nicolò Tommaseo), sorge in uno dei più popolari ed antichi rioni di Gorizia, denominato Borgo Piazzutta.
         Nei primi secoli dopo l’Anno Mille, quando fu costruito un nuovo ponte presso Piuma, in seguito alla distruzione del ponte romano sull’Isonzo (Mainizza di Farra), la Piazzutta divenne il punto di passaggio obbligato per il traffico commerciale tra la città e il Collio, il Friuli e l’Italia.
          Più tardi (forse intorno al 1620) per facilitare il transito, venne costruito un ponte sul torrente Corno. Nel 1744, in occasione del suo rifacimento, il gastaldo di allora Giovanni Battista Favetti fece collocare sul parapetto la statua del santo Giovanni Nepomuceno (santo boemo), che oggi si trova in un angolo all’incrocio di via Brass con piazza Tommaseo.
         Le prime case che sorsero nel borgo erano abitate da contadini, che beneficiavano della felice posizione dei campi in una zona ricca di acque, essendo il Borgo situato tra le sponde del torrente Corno e quelle del fiume Isonzo; in seguito vi si stabilirono artigiani, osti e commercianti, attirati dall’insediamento di alcuni mercati, come quello dei cereali e quelli dei pali per viti, del bottame e dei cerchi, che si tenevano in piazza in occasione delle fiere di S. Ilario, S. Bartolomeo e S. Andrea.
          Nei secoli passati la Piazzutta era sotto la giurisdizione dei Signori di Zengraf (donde il nome del Borgo chiamato, ancora oggi, dai vecchi goriziani «Singrof»).
          Uno, degli Zengraf, Carlo, nobile austriaco, fece costruire, nel 1593 sull’altura che sovrasta la Piazzutta, il bel palazzo, conosciuto oggi col nome di Coronini-Cronberg. In questo palazzo morì nel 1836 il detronizzato e ultimo re di Francia, Carlo X di Borbone.
          Nei primi anni del ‘900 una particolarità del Borgo furono i collegi, famosi in tutta la zona: «Notre-Dame», rinomato istituto di educazione femminile, retto dalle Suore Scolastiche; quello dei Sordomuti; il collegio-convitto Principe Umberto, in fondo alla piazza, ora adibito ad oratorio parrocchiale e, di recente, in parte anche sede del Centro di prima accoglienza della Caritas di Gorizia.
          In via don Bosco sono situati il collegio sloveno «Aloysianum» ed il rinomatissimo collegio-convitto di S. Luigi, retto fin dal 1895 dai Padri Salesiani trasformatosi oggi in convitto universitario e Centro Giovanile.
          Infine il collegio delle Madri Orsoline, che avevano aperto la prima scuola femminile italiana in città nel 1672, attualmente presenti con la scuola materna ed un’efficiente e frequentatissima scuola elementare paritaria con doposcuola.

          LA CHIESA - La Chiesa nacque per volere del barone Gian Vito Del Mestri (nativo di Cormons), il quale volle fondare proprio in Piazzutta un ospedale per gli ammalati poveri denominato «Hospitale della Misericordia», affidandolo ai Fatebenefratelli di San Giovanni di Dio. Lo stemma simbolo dell’Ordine (raffigurante il melograno) collocato sul portale, testimonia l’origine della Chiesa.
          La prima pietra della Chiesa fu posta dal vescovo Massimiliano Vaccano il 18 novembre 1656, dedicata a S. Vito, in onore del suo grande fondatore. Questo generoso benefattore è ricordato dalla lapide marmorea collocata sulla parete destra della navata. Sulla medesima è incisa un’altra iscrizione, dedicata ai benefattori dell’opera: il papa Alessandro VII, l’imperatore Ferdinando III, Gian Vito Del Mestri e il Vescovo Francesco Massimiliano. Nel 1768-69 la chiesa fu restaurata e ingrandita, con la facciata e l’interno d’aspetto barocco.
          Dietro l’altare c’è tuttora la grande pala (d’ignoto autore italiano) raffigurante S. Vito con veste rossa, assieme a Modesto e Crescenzia, con la Gloria celeste; in primo piano la caldaia di pece bollente nella quale furono suppliziati i Santi martiri. I santi Vito e Modesto, patroni della Chiesa, vengono festeggiati il 15 giugno. Nel 1881 il campanile fu fornito di buone campane, due delle quali, la mediana e la minore, furono requisite nel 1944 (seconda guerra mondiale) e restituite nel 1947. Furono benedette dal Principe Arcivescovo Carlo Margotti e ricollocate sul campanile il 18 febbraio 1948 con una solenne cerimonia. La mediana (q. 6,22) è dedicata a S. Giovanni Bosco e la minore (q. 4) è dedicata ai SS. Vito e Modesto, protettori della parrocchia. Madrine furono le signore Mercedes Spazzapan e Dolores Barazzetti e padrini Francesco Brumat e Antonio Podbersig.
          La chiesa distrutta nel 1916 (guerra mondiale 1915-18) rimase per parecchi anni in pieno abbandono; venne ricostruita tra il 1926 ed il 1928, e riconsacrata nel 1929. Negli anni Settanta, con la ristrutturazione postconciliare, sono stati tolti il pulpito in legno di noce, la balaustra di marmo, il quadro di S. Barbara (ora nella chiesa di Maria SS. Regina in Via Montesanto) e le antiche stazioni della Via Crucis (ora nella chiesa di S. Floriano).
         In quattro nicchie si trovano gli altari della Madonna Immacolata, del Sacro Cuore di Gesù, di S. Luigi Gonzaga e di S. Giuseppe; questi due ultimi altari, con il caratteristico drappeggio di marmo nero, provengono dal Duomo. Al centro della facciata, in una nicchia, è inserita la statua dell’Immacolata Concezione, risalente al 1845.
           La chiesa dei SS. Vito e Modesto fu eretta a parrocchia nel 1847 e vi si succedettero parroci diocesani. Dal 1956 la parrocchia venne retta dall’Ordine Minore dei Francescani di Trento. Nel 1988 la parrocchia fu affidata alla Congregazione Salesiana di S. Giovanni Bosco. Si è venuta così a costituire, con la comunità salesiana del S. Luigi e le parrocchie di S. Giuseppe Artigiano e S. Pio X, un’unica zona pastorale. Il territorio della parrocchia, oggi, è più ridotto di un tempo, perché alcune zone fanno parte di altre parrocchie. Gli abitanti residenti sono circa 2000.
          (Da Lina Brumat Podbersig 1997)
 

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